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Fame e Sazietà
20/11/2013
Portare una forchetta alla bocca, masticare, deglutire, ricercare un determinato alimento...sono gesti quasi innati, che da sempre effettuiamo senza chiederci cosa ci spinge a farlo, quali i meccanismi che guidano questi atti.
Ebbene dopo secoli di studi, dopo tanti esperimenti si è descritto, seppur solo in parte, il complesso meccanismo anatomico ed ormonale che guida l'organismo nella regolazione dell'appetito, nel controllo dei depositi di grasso corporeo, nel bilanciamento del peso.
Per semplicità in questo articolo definiremo esclusivamente i principali meccanismi nervosi che regolano questo aspetto.
I meccanismi centrali
Centro della fame e della sazietà
Vengono così definiti in quanto correlati all'attività di specifiche strutture nervose e di specifici mediatori chimici.
Esperimenti su animali hanno dimostrato come l'IPOTALAMO, piccola ghiandola posta alla base del cervello, possa regolare la sensazione di appetito e più precisamente :
- la parte ventromediale (CENTRO DELLA SAZIETA'), concorre a generare il meccanismo di sazietà, bloccando lo stimolo della fame. Tale evidenza è chiara osservando come lesioni di questa area creino una condizione nota come IPERFAGIA, che spinge le piccole cavie e mangiare così tanto da sviluppare untasso di obesità letale, e come stimolazioni attraverso microelettrodi possano invece creare una condizione di AFAGIA, caratterizzta da rifiuto del cibo, spesso letale.
- le parti laterali invece (CENTRO DELLA FAME), generano stimoli opposti a quella ventromediale.
L'ipotalamo tuttavia, è una struttura che rientra anche in un secondo sistema, definito sistema LIMBICO, il quale ha il compito di attribuire alle esperienze una connotazione emotiva, contribuendo così alla generazione di emozioni quali la paura, la rabbia, la sottomissione, la serenità e la felicità .
E' facile quindi immaginare come stati emotivi possano incidere sull'equilibrio fame/sazietà spiegando così i differenti comportamenti alimentari che seguono a particolari emozioni.
I mediatori chimici
Oltre all'ipotalamo anche altre strutture interventono nella regolazione dell'appetito attraverso l'azione di piccoli mediatori chimici in grado di controllare intere strutture.
I neuroni POMC infatti esprimono un particolare gene detto gene della PROOPRIOMELANOCORTINA che è in grado di produrre due differenti classi di mediatori chimici quali le B-endorfine e le melanocortine.
Tra queste utilme l 'ormone stimolante i melanociti (B-MSH) ed il CRF sembrano avere un ruolo importante nell'attivare specifiche strutture nervose in grado di bloccare la sensazione di appetito, generando così uno stimolo anoressizzante.
L'attivazione di questo sistema sembra controllato da ulteriori fattori ormonali come la LEPTINA, prodotti proprio dalle riserve di grasso corporeo, informando così la centrale sulla ricchezza delle riserve presenti e sulla inutilità di provvedere a crearne altre.
I neuroni NPY/AgRP invece producono altri mediatori quali il neuropeptideY (NPY) e la proteina correlata all'Agouti (AgRP) che sembrano ostacolare i neuroni POMC, antagonizzando gli effetti dei loro mediatori, e mantenendo di base un certo grado di attiviazione che spinge l'uomo e l'animale a ricercare sempre cibo.
E' evidente quindi che il bilancio tra questi due sistemici, molto complesso e strettamente correlato sia alle caratteristiche dietetiche che nervose del soggetto, contribuisce al controllo del ciclo fame/sazietà ed inevitabilmente anche a quello del peso e dei depositi di grasso.
Giusto per curiosità qui di seguito una serie di mediatori chimici neuroendocrini in grado di controllare l'appetito preferenziale :
- Neuropeptide Y : determina iperfagia fino all'obesità
- Noradrenalima : determina un alimentazione prevalentemente glucidica
- Galanina : induce un alimentazione prevalentemente grassa
- Endorgine : spingono all'assunzione di proteine
- Orexine : determina iperfagia durante i periodi di digiuno
- Cortisolo : spinge alla ricerca di cibo
Mediatori neuroendocrini che inibiscono l'assunzione di cibo :
- MSH : ormone stimolante i melanociti
- Serotonina
- Dopamina e suoi induttori come la nicotina
La leptina tra grasso e cervello
Un mediatore chimico che merita un discorso a parte è la Leptina, proteina di 167 aminoacidi espressa con particolare intensità prevalentement dal tessuto adiposo che gioca un ruolo chiave nella regolazione dell'appetito.
Il suo ruolo, chiarito da esperimenti che hanno dimostrato come topi privi di questo gene sviluppino una gravissima forma di obesità, è a metà strada tra i meccanismi periferici e quelli centrali, dal momento in cui viene prodotta dal tessuto adiposo, proporzionalmente alla quantità di grasso presente nel corpo, e agisce al livello centrale stimolando la sintesi di CRF e bloccando così l'assunzione di cibo.
La leptina sembra inoltre importante nel favorire la lipolisi, aumentare il dispendio energetico, facilitando il dimagrimento; azioni che vengono meno negli obesi, nonostante gli elevati livelli di questa proteina, vista l'insorgenza generalmente di un meccanismo di resistenza alla leptina.
Davide Racaniello